Il 21 mag­gio 2015, la pre­si­den­te del­la Dan­te di Linz, Lui­sel­la Kim­mel-Guastamacchia, mila­ne­se DOC (nata in via Gluck), e la Dott.ssa Ursu­la Pum, insegnan­te a Wels, che ha vis­suto otto anni nella metro­po­li lom­bar­da, ci han­no pre­sen­ta­to “Mila­no a due voci”, con mol­to entus­i­as­mo e in per­fetta sintonia.

La Dott.ssa Pum ha inseg­na­to alla Deut­sche Schu­le / Scuo­la Ger­ma­ni­ca, un isti­tu­to fre­quen­ta­to all’80% da allie­vi ita­lia­ni, che off­re un inseg­na­men­to bilin­gue in tut­te le mate­rie e segue i pro­gram­mi sco­la­s­ti­ci tede­schi dall’asilo al liceo, fino alla dop­pia matu­ri­tà tede­s­ca e italiana.

Mol­ti asso­cia­no Mila­no — capo­luo­go del­la regio­ne Lom­bar­dia, secon­do comu­ne ita­lia­no per nume­ro di abitan­ti dopo Roma, capi­ta­le eco­no­mica ita­lia­na, che dal 1° mag­gio al 31 ottobre 2015 ospi­ta l’Esposizione Uni­ver­sa­le Expo 2015 con il tema “Nut­ri­re il pia­ne­ta — ener­gia per la vita” — a traf­fi­co e caos, però la cit­tà ha le sue bel­lez­ze nascoste…
Lo stem­ma di Mila­no è cos­ti­tui­to da una cro­ce ros­sa su sfon­do bian­co. Il biscio­ne, ritrat­to nell’atto di ingo­ia­re (o pro­t­eg­ge­re) un fan­ciu­l­lo e sov­rast­a­to da una coro­na d’oro, che si tro­va­va nel­lo stem­ma dei Vis­con­ti, rima­ne un alt­ro sim­bo­lo del­la cit­tà di Mila­no: è sta­to inse­ri­to nel logo dell’Alfa Romeo e “la bis­sa” sim­bo­leg­gia l’Inter, la famo­sa squa­dra di cal­cio milanese.
Per evi­t­are gli ing­or­ghi, è meglio pren­de­re uno dei mez­zi di tras­por­to pubbli­co, per esem­pio il tram. Una vol­ta mol­to sco­mo­do per per­so­ne anzia­ne o mam­me con bim­bi a cau­sa dei gra­di­ni mol­to alti, il tram off­re più con­fort con i suoi model­li moderni.
La metro­po­li­ta­na di Mila­no si com­po­ne di 4 linee, iden­ti­fi­ca­te con nume­ri e colo­ri diver­si: la M1 (la linea ros­sa) fu inau­gu­ra­ta nel 1964, la M2 (la linea ver­de) nel 1969, la M3 (la linea gial­la) nel 1999 e la M5 (la linea lil­la) nel 2013. La linea M4 è in cos­tru­zi­o­ne. Inolt­re esis­te “Bik­eMi”, il ser­vi­zio di bike-sha­ring che off­re più di 3000 bici­c­lette da uti­liz­za­re per i bre­vi spos­ta­men­ti. I pri­mi 30 minu­ti di ogni uti­liz­zo per le bici tra­di­zio­na­li sono gra­tui­ti, ma anche le tarif­fe che si paga­no per le bici­c­lette elett­ri­che dis­po­ni­bi­li in cer­te sta­zio­ni sono assai modeste.

Per quan­to riguar­da il tem­po di Mila­no, il sole non ci arri­va semp­re, anzi tal­vol­ta è meglio ave­re gli sti­vali di gom­ma, di cui del res­to esis­to­no model­li mol­to chic. C’è anche la neve, che non si scio­g­lie dopo poche ore come in mol­te alt­re zone italiane.

Olt­re alla sua import­an­za eco­no­mica, Mila­no pos­sie­de anche un note­vo­le patri­mo­nio cul­tu­ra­le che atti­ra tan­ti turisti.
Dal 1774 la cosid­det­ta ‘Madon­ni­na’, una sta­tua in rame dora­to col­lo­ca­ta sul­la guglia più alta del Duo­mo, veglia su Mila­no ed è il sim­bo­lo indis­cus­so del­la cit­tà. La pri­ma pie­tra del Duo­mo, la gran­de cat­te­dra­le in mar­mo bian­co dedi­ca­ta a Maria Nas­cen­te, ven­ne posa­ta nel 1386 per volon­tà dei Vis­con­ti, ma la con­s­a­cra­zio­ne avven­ne solo nel 1577 anche se la chie­sa non era anco­ra ter­mi­na­ta. Solo nel 1813 ven­ne­ro ulti­ma­ti i lavo­ri alla fac­cia­ta. Fu uno dei can­tie­ri più colos­sa­li di tut­ti i tem­pi, anco­ra oggi aper­to per via dei con­ti­nui inter­ven­ti di restau­ro. Non a caso i mila­ne­si bol­lano i lavo­ri che si tra­scinano per anni con la frase “E’ come la fabbri­ca del Duo­mo”.
La Basi­li­ca di San­ta Maria del­le Gra­zie fu cos­trui­ta per i fra­ti Dome­ni­ca­ni tra il 1466 e il 1490. La Sagres­tia Vec­chia e il chi­o­stri­no ven­go­no attri­bui­ti al Bra­man­te. L’ex refet­to­rio del con­ven­to dome­ni­ca­no con­ser­va uno dei dipin­ti più cele­bri al mon­do, l’Ulti­ma Cena di Leo­nar­do da Vin­ci. Il ‘Cen­a­co­lo Vin­cia­no’ rappre­sen­ta una del­le ope­re d’arte più importan­ti di tut­ti i tempi.
La Basi­li­ca di Sant’Ambrogio, dedi­ca­ta al patro­no di Mila­no, secon­da chie­sa per import­an­za del­la cit­tà, ven­ne edi­fi­ca­ta tra il 379 e il 386 per vole­re del ves­co­vo Ambro­gio, nell’area del cimi­tero per i cris­tia­ni mar­ti­riz­za­ti dal­le per­se­cu­zi­o­ni roma­ne. La Basi­li­ca appa­re oggi come un caso iso­la­to di roma­ni­co lombardo.
Regi­na di tut­ti i tea­tri è con­side­ra­ta la Sca­la, uno dei tea­tri del­l’­ope­ra più importan­ti al mon­do che dis­po­ne di un’acustica per­fetta. A par­ti­re dal­la sua inau­gu­ra­zio­ne nel 1778 furo­no pre­sen­ta­ti qui num­ero­si spet­ta­co­li di ope­ra liri­ca, tra cui le prime di alcu­ni clas­si­ci come il Nabuc­co di Ver­di, la Madame But­terfly e la Turan­dot di Puc­ci­ni. Il suo pal­co­s­ceni­co è sta­to cal­ca­to da artis­ti inegua­glia­ti e da diret­to­ri di orches­tra di fama inter­na­zio­na­le. Gra­ve­men­te dann­eg­gi­a­to dai bom­bar­da­men­ti allea­ti duran­te la Secon­da guer­ra mon­dia­le, la rina­s­ci­ta del Tea­t­ro alla Sca­la diven­ne il sim­bo­lo del­la rina­s­ci­ta del­la città.
Altri tea­tri sono spar­si per tut­ta la cit­tà. Mol­te le figu­re importan­ti nel pan­ora­ma tea­tra­le di Mila­no, per esem­pio il regis­ta Gior­gio Streh­ler (co-fon­da­to­re nel 1947 del Pic­co­lo Tea­t­ro) o l’at­to­re-auto­re Dario Fo, Pre­mio Nobel per la let­te­ra­tura nel 1997.
La Gal­le­ria Vitto­rio Ema­nue­le II, che col­le­ga Piaz­za del Duo­mo e Piaz­za del­la Sca­la, per anni è sta­ta il salot­to buo­no del­la cit­tà. Bere un caf­fè allo Zuc­ca (oggi di nuo­vo Cam­pa­ri­no) o al Bif­fi e cena­re dal Savi­ni erano tra i riti del­la borg­he­sia mila­ne­se. Ormai ques­to fasci­no è un po’ appas­si­to sot­to il peso di grif­fe di alta moda e bou­tique, ma i mosai­ci e gli stuc­chi che deco­rano la Gal­le­ria meri­ta­no una visi­ta. Nel­le lunet­te att­or­no alla vol­ta sono raf­fi­gu­ra­te le alle­go­rie dei quat­tro con­ti­nen­ti cono­sci­uti all’epoca del­la cos­tru­zi­o­ne: Afri­ca, Asia, Euro­pa e America.
Il Cas­tel­lo Sfor­zes­co, edi­fi­ca­to per vole­re di Galeaz­zo Vis­con­ti nella secon­da metà del Tre­cen­to e ampli­a­to sot­to Fran­ces­co Sfor­za, è uno dei prin­ci­pa­li sim­bo­li di Mila­no e del­la sua sto­ria. A fine Otto­cen­to il Cas­tel­lo ven­ne tras­for­ma­to da cit­ta­del­la mili­t­are a luo­go di cul­tu­ra, e adesso ospi­ta alcu­ni mus­ei di gran­de inter­es­se, tra cui il Museo Egi­zio e quello di Arte Anti­ca. Da non per­de­re la Pie­tà Ronda­ni­ni, capo­la­voro incom­pi­uto di Michel­an­ge­lo, col­lo­ca­ta nel­l’an­ti­co Ospe­da­le Spagnolo.
Dai cor­ti­li del Cas­tel­lo si può pas­seg­gia­re fino a Par­co Sem­pio­ne, i cui 47 etta­ri, sis­te­ma­ti come giar­di­no all’inglese, dis­pon­go­no di num­ero­si spa­zi ricrea­ti­vi e ospi­ta­no edi­fi­ci sto­ri­ci, tra cui l’Arco del­la Pace (1807) — impo­nen­te cos­tru­zi­o­ne neo­clas­si­ca rivol­ta ver­so Pari­gi, in ono­re del­le vitto­rie napo­leo­ni­che — e il Palaz­zo del­l’Ar­te, in cui si alles­tis­ce la Tri­en­na­le, con most­re di arte moder­na e col­le­zio­ni di design. E Mila­no è uni­ver­sal­men­te nota come la capi­ta­le ita­lia­na del design, così come del­la moda. Il Qua­dri­la­te­ro del­la moda, rac­chi­uso tra via Mon­tena­po­leo­ne, via Man­zo­ni, via del­la Spi­ga e cor­so Vene­zia, è un quar­tie­re in cui si con­cen­tra­no gioiel­le­rie, bou­tique e show­room di design e arredamento.
Sul lato oppos­to del par­co, Mila­no si pre­sen­ta con uno dei quar­tie­ri più bel­li del­la cit­tà, Bre­ra, ani­ma­to da num­ero­si ris­tor­an­ti, bar, anti­qua­ri e nego­zi carat­teristi­ci. È qui che si tro­va la Pina­cote­ca di Bre­ra che ospi­ta una del­le più importan­ti col­le­zio­ni d’arte del bel Pae­se. Tra gli auto­ri pre­sen­ti: Raf­fa­el­lo, Andrea Man­te­gna, Pie­ro del­la Fran­ce­s­ca e Caravaggio.
Un alt­ro sto­ri­co quar­tie­re del­la cit­tà e cen­tro di ritro­vo per gio­va­ni e artis­ti è il quar­tie­re dei Navigli, zona por­tua­le fino al XIX seco­lo carat­te­riz­za­ta da bot­teg­he di arti­gia­ni e artis­ti. Sug­ges­ti­vi e ric­chi di atmos­fera, il Naviglio Pave­se, il Naviglio Gran­de e la Dar­se­na sono gli ulti­mi cana­li arti­fi­ci­a­li soprav­vis­su­ti del comp­les­so sis­te­ma idri­co che rif­or­ni­va Mila­no fino all’Ottocento e che ven­ne­ro in lar­ga par­te coper­ti tra il 1929 e il 1930. Oggi sono uno dei quar­tie­ri più ani­ma­ti di Mila­no, l’idea­le per con­clude­re una sera­ta con un ape­ri­tivo o una cena.
Via Pao­lo Sar­pi, una stra­da pedo­na­le lun­ga cir­ca 800 metri, è tra le più carat­teristi­che del­la cit­tà, nota come la “Chi­na­town di Mila­no”. La pre­sen­za cine­se che ini­ziò già nel 1920 è visi­bi­le nei tan­ti nego­zi etni­ci e ristoranti.
Un edi­fi­cio carat­teristi­co del­la Mila­no moder­na è il Grat­ta­cie­lo Pirel­li (il Pirel­lo­ne), rea­liz­za­to alla fine degli anni 50 in vetro e acciaio, alto 127 metri, che fu dal 1958 al 1966 il grat­ta­cie­lo più alto d’Europa, e attu­al­men­te è sede del Con­siglio regio­na­le del­la Lombardia.

Per con­clude­re ques­to affa­scinan­te per­cor­so attra­ver­so Mila­no, la Dott.ssa Pum ha reci­ta­to una sua poe­sia bilin­gue in cui, olt­re al tono diver­ten­te, si è sen­ti­ta una cer­ta nost­al­gia. GRAZIE INFINITE!

Prof. Mag. Lui­se Gütlinger

 

Mila­no a due voci